Un controller nello zaino!
top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreAlex De Nittis

Un controller nello zaino!

Negli ultimi anni abbiamo sentito spesso parlare di fattori di distrazione legati allo studio quando tra gli studenti e i libri ci si metteva un videogioco.


È arrivato il momento di ricredersi: a far notizia è stato per primo il videogioco Assassin’s Creed che, seppure con contenuti altamente romanzati, ha saputo raccontare decenni storici importanti che hanno segnato i popoli di tutto il mondo raccontati nei libri di storia. Ad esempio, la trilogia di Ezio (Assassin’s Creed II, Brotherhood e Revelations) ha gettato le basi soprattutto in territorio nostrano per far (ri)apprezzare il Rinascimento italiano.


Ma è con il Discovery Tour di Assassin’s Creed Origins che professori di tutto il mondo hanno preso il lavoro degli sviluppatori e l’hanno portato in aula. L’Egitto è così diventato interattivo, ma soprattutto, vicino e “toccabile” con mano. Il successo è stato così elevato che la stessa modalità - priva di contenuti GDR e action che hanno reso famosa la saga degli Assassini - è stata riprodotta nell’antica Grecia con il successivo titolo: Assassin’s Creed Odyssey.


Dalle piramidi alla biblioteca di Alessandria, fino ai templi e alla mitologia delle divinità greche, tutto a portata di controller.

Un esempio della qualità di apprendimento è rintracciabile nello studio condotto dal professor Marc-André Éthier dell'Università di Montréal (1), durante il quale gli studenti che giocarono con la modalità Discovery Tour di Origins ottennero risultati migliori rispetto agli altri che seguirono solo le lezioni frontali.


In Italia, il supplente Andrea, come ama definirsi (2), ha introdotto lo stesso videogioco durante le sue ore di lezione in una scuola di Ponte Dell'Olio, in provincia di Piacenza. Alla presentazione del progetto anche le altre insegnanti sono rimaste senza parole, come racconta Andrea. Ed è così che Origins è entrato in aula ed è stato un successo.


Oltre ai contenuti spesso per la maggior parte legati alla storia della civiltà umana, di cui giochi come Europa Universalis, Age of Empire o Civilization sono pieni, si può parlare anche degli stessi metodi di insegnamento alternativi, utili per qualsiasi materia. La realtà virtuale (VR) sta entrando a grandi passi nelle stanze dei gamer più famosi ma anche nelle aule dei licei del mondo. In questo caso, è stato il gioco Half-life Alyx, avventura in VR molto attesa dai fan della serie, ad essere utilizzato durante il periodo di lockdown come “lavagna”. Nel video il professor Charles Coomber ha sviluppato la sua lezione di trigonometria utilizzando i pennarelli con cui era possibile interagire durante i primi minuti di gioco [vedi Fig. 1].


Figura 1. Il professore utilizza la "lavagna virtuale" in VR durante una lezione di trigonometria.


La stessa Valve, casa di sviluppo della serie sopracitata ma anche di Dota, Left4Dead e Counter Strike, ha lanciato l’iniziativa “Teach with Portals” nel 2012, portando un altro dei suoi titoli nelle scuole per insegnare fisica: Portal 2. A distanza di quasi dieci anni, l’iniziativa risulta ancora attiva, con una community on line di sviluppatori e di educatori che vi si dedicano (3).


Minecraft for Education ha il medesimo scopo ma in larga scala: costruire una community sui temi educativi più disparati utilizzando il pluripremiato videogioco Minecraft come ambiente di sviluppo di lezioni, esperimenti, discussioni e prove interattive di gruppo. Per citarne alcuni, troviamo il problema della deforestazione (Deforestation), le frazioni e i numeri decimali (Decimal/Fraction Garden) o ancora lo studio del loop nella musica (Music Coding Projects). Le lezioni variano per categoria e sono disponibili per studenti dai 3 anni in su.


Per concludere (anche se ci sarebbero tante altre iniziative degne di nota da citare!) la stessa Nintendo, con i Nintendo Labo è riuscita a coniugare il cartone da montare, i videogiochi e lo sviluppo semplificato con codici di programmazione (4).



Ed è proprio durante i miei incontri con insegnanti e genitori che ho sentito spesso parlare anche di lezioni di Coding fin dalle scuole elementari, la cosiddetta capacità di ricreare in spazi virtuali con appositi metodi, interi mondi di interazione e di integrazione, con lo scopo di potenziare il pensiero computazionale.

Questo mi rincuora perché vuol dire che il progresso ha condotto ad un importante traguardo: insegnare ai bambini di oggi il linguaggio del futuro - e che in realtà appartiene già al loro presente - permetterà loro di inserirsi nel mondo più preparati e consapevoli. Io stesso, che oggi lavoro proprio con lingue di programmazione e righe di codice, sento che mi sarebbe stato molto utile acquisire questo tipo di nozioni e conoscenze fin da piccolo, per arrivare all'età adulta con una competenza più sedimentata e una maggiore quantità di risorse e strumenti da poter tirare fuori dal mio bagaglio ogniqualvolta ce ne fosse bisogno.


La cosa più bella e affascinante è che oggi esistono community di incontro tra insegnanti, educatori, genitori e studenti, molti anche alle prime armi con i videogiochi, che si reggono principalmente grazie alla loro stessa iniziativa, in un momento storico in cui metodi alternativi e supporto istituzionale a 360 gradi sono necessari per rendere la scuola un posto migliore, in cui reale e virtuale possano incontrarsi per dar vita a nuove e più evolute forme di apprendimento e di relazione.

Il mio sogno? Vedere un prof che finisce la lezione dicendo alla classe: domani ricordatevi il controller che si gioca!

 

Note:

 

Sitografia

37 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page